Rubrica del Presidente

Più passano gli anni e più si accresce la nostalgia per un Natale che non esiste più. Il mio avvento infantile era ricco di storie che parlavano del censimento romano in Palestina e del falegname Giuseppe di Nazaret partitocon la moglie Maria per registrarsi a Betlemme. La semplicità della trasferta a piedi, con Maria incinta a dorso di un asino, la mancanza di alloggio, se non in una stalla, preparava l’animo ad un evento che riscattasse l’umiltà della coppia e di tutto quel contesto. In mezzo alle dune, tra silenzio e solitudine, i pastori alla veglia delle pecore erano conquistati dalla vista della cometa, tra i milioni di stelle che rischiaravano il deserto. Il mio occhio correva al presepe con lo sfondo di carta dove le palme svettavano nel chiarore di una falce di luna che lasciava intravedere l’arrotino, la portatrice d’acqua, il carretto con il fieno, il ponticello con il torrente di stagnola che la fantasia faceva scorrere. L’animo era pronto a qualcosa di strano, eccezionale, che l’angelo annunciava portando la gioia nel cuore. E’ è nato un re, in una stalla, riscaldato da un asino e da un bue!! Era Natale! Non serviva altro per creare in famiglia una atmosfera di intimità e amore che si estendevano fuori casa ai vicini, agli amici, a quanti si incontravano per strada e fuori dalla chiesa dopo la messa di mezzanotte, che terminava sempre con un grande coro “tu scendi dalle stelle” …..o re del cielo.

Il consumismo ed il progressivo prevalere dell’interesse per l’esteriorità sulla ricchezza interiore hanno snaturato il ruolo dei tre personaggi, i Re magi, e la valenza del loro gesto di rispetto e generosità nel presepe. Hanno trasformato oro, incenso e mirra in un universo di prodotti che il mercato propone oggi come dovuti a tutti coloro con i quali ci rapportiamo. Non più dono d’amore ad un bimbo re, ma gastronomia penalizzante, abbigliamento superfluo, oggettistica da riciclo e quando di più la spinta commerciale, per la quale cometa e angeli sono divenuti spot mediatici martellanti, proposti a partire da fine estate.

E’ cambiato il presepe della nostra vita, e sembra che la coscienza collettiva si trinceri dietro queste esteriorità ignorando volutamente quelle dune sabbiose di Betlemme dove oggi continuano a nascere bimbi al freddo, tra le mura delle loro case e degli ospedali crollate sotto le bombe ed i missili. Missili non comete e, invece degli angeli, droniche annunciano dolore, mutilazioni, morte. Lo scempio di Erode continua nei millenni ed il mio cuore lo rifiuta oggi, come allora.

E’ con il cuore allora che a tutti i colleghi di AIDOP, a tutti i loro collaboratori ed a tutti gli associati, a tutti coloro che leggeranno queste righe auguro un Natale Vero nel corso del quale, anche solo per pochi attimi, affiori il ricordo di queste assurde realtà. Un ricordo ed una consapevolezza che stimolino un impegno morale, culturale, sociale, e soprattutto personale per un domani che recuperi per noi, per i nostri figli, per i nostri nipoti, un sentire interiore più vicino all’essenza dell’uomo. Un’essenza fatta di carne e di spirito, senza abiti, senza fronzoli, senza armi addosso, che senta il freddo dell’odio e il caldo dell’amore distinguendoli nella loro opposta natura e non lasciandoli scorrere sullo schermo della vita come fosse una tv.

Un caro augurio a tutti anche per il prossimo Nuovo Anno nel quale AIDOP continuerà il suo impegno nel mondo della patologia, un presepe dove la vita ha ancora una dimensione ed un valore immutati. I suoi associati continueranno ad attivarsi a livello professionale e scientifico per la cura dei pazienti e lo sviluppo di progetti di ricerca finalizzati al miglioramento della diagnostica e della terapia, in particolare per tutte le patologie disfunzionali della pelvi, alle quali l’Associazione dedica da sempre il suo interesse.
         Il Presidente
    Dott. Carlo Bargiggia

Carissimi Consiglieri ed Associati AIDOP,

ancora una volta arriviamo a Pasqua con una ingerenza inquietante nell’animo per la consapevolezza che, malgrado tutti i nostri sforzi orientati alla socialità, alla qualità di vita, alla convivenza appagante, bastano le aberrazioni, le ipocrisie e le maniache ambizioni di potere di pochi uomini a minacciare una stabilità che ci illudevamo di aver raggiunto.

In poche settimane abbiamo ridimensionato drasticamente il concetto di globalizzazione che, illusoriamente, pochi esclusivi gestori del potere finanziario mondiale, avevano promosso universalmente come fosse un gas standardizzante per la concezione dell’umanità.

Oggi ci sentiamo con il fianco scoperto, esposti e vulnerabili, addirittura a rischio di contaminazione  nucleare se la follia dovesse prevalere nella mente anche di una sola persona.

Millenni di credo religiosi, diversi, contrastanti a tratti, ma straordinariamente assimilabili nella loro focalizzazione sulla ricerca di una ragione di vita spirituale per l’uomo, sono a rischio di annientamento da parte di un virus che si chiama radioattività.

Impegniamoci per una Pasqua di riflessione. Riflettiamo sulla fragilità del mondo che abbiamo costruito illudendoci di essere altrettanto creativi ed infallibili quanto l’entità che ha fatto nascere l’universo, ed il nostro mondo.

Ridimensioniamo con obiettività ed umiltà la nostra condizione umana e rendiamoci conto che la sopravvivenza delle generazioni che ci seguiranno sarà possibile solo con la consapevolezza che l’uomo è solo una tessera del mosaico universale. La sua mancanza sarebbe un difetto nella integrità del disegno originario, ma l’eccessiva sua invasività nell’equilibrio universale potrebbe destabilizzare a suo svantaggio un equilibrio che già oggi stenta a rimanere stabile e soprattutto gestibile.

Che la Pasqua di questo 2022 sia ancora una volta momento di riflessione, di autocritica, di proposito per il futuro. E’ l’augurio che rivolgo a tutti voi, a tutti noi, insieme all’espressione di totale solidarietà a tutti coloro che,  in divisa e non, armati o drasticamente disarmati su tutti i fronti, vivono oggi giorni di drammatica incertezza per il loro futuro personale, per quello dei loro figli e di tutta l’umanità che segue le loro sorti.

Buona Pasqua a tutti.

   Carlo Bargiggia

Carissimi associati Aidop,

la speranza che l'impegno della diplomazia internazionale riuscisse ad arrestare la folle evoluzione di un conflitto, sconcertante per le sue motivazioni e terribile per le sue possibili evoluzioni, ha motivato mia l'attesa prima di inserire queste considerazioni nella rubrica.

La aberrazione mentale, conseguenza di uno strapotere consolidato ed ormai considerato, illusoriamente, irreversibile da parte del russo Putin e la determinazione dell'ucraino Zelesky, legittima sino ad un certo limite benchè condivisa da gran parte dei suoi connazionali, ma poco condivisibile laddove manda a morte bambini, donne , anziani e cittadini che dovrebbero rappresentare il domani dell'Ucraina, riportano alla mente il concetto delle convergenze parallele che più volte sono state emblematiche di momenti critici di un contesto politico, sociale, amministrativo ed economico che ha seriamente inciso sulla quotidianità e sul futuro di popolazioni intere.

Putin crede  nel potere eterno e Zelesky sembra ambire a divenire il reiferimento politico futuro per tutte le realtà dell'est extra europeo, russofile e non, che oggi guardano al suo rivale con ostilità. A lui va sicuramente la simpatia di gran parte dei cittadini europei, ma la sua insistenza nel tentativo di indurre paesi che hanno acquisito il concetto di pace ormai in modo radicale, a scegliere l'opzione del coinvolgimento militare, sconcerta e lo rende troppo incline alla ricerca di un potere, ora solo mediiatico, ma potenzialmente concretizzabile.  Noi non abbiamo i  kalasnikov sotto al letto o nelle cantine.

La nostra arma è diventata la capacità di mediare diplomaticamente e di argomentare anche con disponibilità alla rinuncia, se necessario, purchè il risultato sia il benessere della società, dei nostri figli. Abbiamo consolidato una realtà democratica. Voglia Dio che il contesto futuro a breve o medio termine non ci induca e costringa a rispolverare il, seppure legittimo, patriottismo in termini diversi da quelli di solidarietà, volontariato, economia e sport.

Come Presidente di AIDOP auguro di cuore a tutti gli Associati che il futuro ci veda solo e sempre impegnati nel bene comune e nella ricerca della salute in termini scientifici, costruttivi, con sensibilità e attenzione alle problematiche la cui soluzione sia finalizzata al benessere della socialità che abbiamo così caparbiamente realizzato.

Non mancherò di aggirnarvi a breve sulle nuove progettualità in essere ed saluto tutti molto cordialmente.

    Carlo Bargiggia      

                 Carissimi Associati AIDOP                BUON NATALE!!

                Il soddisfacente controllo della situazione Covid ci aveva indotti, sino a pochi giorni or sono, a sperare in un Natale condiviso con parenti ed amici pur nel rispetto dei limiti e delle condizioni caldeggiate e indicate dai provvedimenti istituzionali. La prudenza ed il senso di responsabilità per la tutela della propria e dell'altrui salute ci hanno condizionati ancora una volta alla restrizione numerica, agli abbracci virtuali ed agli Auguri scambiati attraverso le mascherine, a distanza. E' il nostro impegno maggiore in questo periodo che auguro di cuore a tutti non continui ad oltranza.

                AIDOP non ha ancora ripreso le iniziative in presenza, ma l'inizio del prossimo anno la vedono impegnata nello sviluppo di un progetto importante, finalizzato allo studio epidemiologico delle manifestazioni di incontinenza urinaria e fecale nella popolazione anziana ospite degli istituti dedicati, siano esse RSA o Abitazioni protette pubbliche o private.   Da un punto di vista sanitario siamo convinti che la continuità di gestione che si realizza presso queste strutture da parte del personale assistenziale, la confidenza che si instaura tra ospite e assistenza, consenta una migliore e più immediata verifica delle situazioni di incontinenza esistenti o esordienti negli ospiti. Sicuramente si realizza un riscontro più oggettivo e diretto di quanto non sia poossibile presso gli studi dei medici curanti o le strutture ospedaliere.

              I risultati dello studio verranno analizzati al fine di individuare e avviare percorsi di prevenzione, diagnosi e cura per gli ospiti delle strutture, previo confronto con i dati di letteratura relativi alla analoga gestione esterna, ed eventualmente resi disponibili per complementare le potenzialità esistenti.

              Il progetto si propone anche di portare un contributo significativo ai tavoli di lavoro che, in rispetto alle disposizioni dell'Accordo Stato Regioni del dicembre 2018, queste ultime dovrebbero avviare per lo studio e la gestione territoriale delle sindromi da incontinenza.               Sarà premura della Presidenza tenere aggiornati, sullo sviluppo del progetto, tutti gli Associati ai quali caldeggio contributi operativi sia teorici che pratici, specie in merito alla diffusione dello studio presso realtà territoriali di loro competenza e conoscenza.

              Ancora tanti Auguri a tutti e grazie per l'attenzione.                                            Carlo Bargiggia                 

AIDOP continua il suo impegno socio sanitario autonomamente ed in collaborazione con le Associazioni con le quali è in essere una partnership, rivolgendo attenzione anche alle problematiche emerse nel corso della gestione della emergenza Covid19, che ha seguito dall’esordio con spirito solidale a tutti i suoi associati ed ai concittadini.

Veniamo sollecitati, in qualità di Associazione Socio Sanitaria, a caldeggiare la attivazione della Immunità totale per il Personale Sanitario in relazione all’emergenza Covid19.

A prescindere dall’accaponamento della pelle per il riferimento inevitabile all’immunità Parlamentare, personalmente ritengo che una simile scelta sarebbe offensiva e penalizzante per la professionalità dei colleghi che nelle ultime settimane hanno profuso impegno fisico e psichico per la lotta contro una minaccia invisibile, ma purtroppo tangibile nei suoi effetti.

Ogni medico ed ogni infermiere responsabile e consapevole della missione che gli compete non deve assolutamente avere lo spettro di una potenziale opzione penalizzante nei suoi confronti in momento di emergenza. Diverso è per quanti, e purtroppo non mancano mai, peccano di inefficienza, di opportunismo, di scarso spirito Ippocratico.

Vedrei piuttosto più seria e confacente l’opzione per una diffida al mondo Legale ad assumere atteggiamenti e toni da sciacallaggio tentando persone distrutte dallo stress a dal dolore nella illusione di tramutare questa loro sofferenza in un compensa economico. Cosa peraltro ahime’ molto attuale, ma di una bassezza morale e civile da vergogna.

Vedrei adeguata, benche’ verosimilmente inficiata da una tempistica forse non così inopportuna, l’istituzione di una Commissione Ministeriale e della Protezione Civile, con professionalità composte come Medico infettivologo, virologo, rianimatore, di PS, legale, Infermiere caposala e di reparto, volontario di Ambulanza, avvocato, Amministratore ospedaliero, referente regionale sanità, Cittadini di tre fasce di età. A questa commissione farei inviare, ufficialmente e con adeguate credenziali dichiarate, ogni segnalazione di presunta irregolarità o carenza, nonché di errore nella gestione di casi clinici durante il periodo Covid.

Sarà sicuramente un compito arduo, impegnativo e con tempistica importante, ma solo dopo espresso parere di legittima presunta omissione, irregolarità o errore e responsabilità, il titolare della istanza sarà legittimato a ricorrere alla via legale. Non che non lo possa fare comunque, ma dovrà  produrre in sede adeguata il parere formulato dalla Commissione.

Riconosciamo il merito agli operatori della sanità di aver gestito con tenacia, competenza ed abnegazione una emergenza inusitata. In guerra i proiettili a volte raggiungono obiettivi non voluti, le scelte politiche a volte sono infauste per la comunità, i leader eletti si rivelano al di sotto delle capacità  gestionali che si arrogavano nei comizi elettorali. A loro nessuno ha mai chiesto laurea ed abilitazione all’esercizio della professione, tantomeno tirocinio e scuola di specializzazione in………..